La casa a vapore: (viaggio attraverso l'India settentrionale) by Jules Verne

La casa a vapore: (viaggio attraverso l'India settentrionale) by Jules Verne

autore:Jules Verne [Verne, Jules]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: ebook gratuito - vietata la vendita
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editore: Mursia
pubblicato: 1990-10-15T19:35:06+00:00


conservando il più stretto incognito, si mise in contatto con la numerosa popolazione rurale, addetta alla coltivazione dei campi di papaveri. Erano dei Rihilla, dei Mèkrani, dei Valayali, ardenti, coraggiosi, fanatici, per lo più Cipay disertori dell’esercito indigeno, che si nascondevano sotto le vesti del contadino indù.

Poi, Nana Sahib passò il Betwa, affluente del Jumna, che corre verso nord, sulla frontiera occidentale del Bundelkund, e il 19 aprile, attraversando una magnifica valle nella quale le palme da dattero e i manghi si moltiplicavano a profusione, giungeva a Suari.

Là sorgono alcune curiose costruzioni antichissime. Sono dei tôpes, specie di tumuli sormontati da cupole emisferiche, che formano il gruppo principale di Saldhara, nella parte settentrionale della valle. Da questi monumenti funebri, da queste abitazioni dei morti, i cui altari, dedicati ai riti buddistici, sono riparati sotto dei baldacchini di pietra, da queste tombe vuote da tanti secoli, uscirono, alla voce di Nana Sahib, centinaia di fuggitivi. Nascosti in quelle rovine per sfuggire alle terribili rappresaglie degli inglesi, bastò una parola per far comprendere loro ciò che il nababbo si aspettava dal loro concorso: sarebbe bastato un cenno, quando fosse venuta l’ora per gettarli in massa sugli invasori.

Il 24 aprile, Nana Sahib era a Bhîlsa, capoluogo di un distretto importante del Malwa, e, nelle rovine dell’antica città, egli radunava degli elementi di ribellione che la nuova non gli avrebbe fornito.

Il 27 aprile, Nana Sahib giunse a Raygurh, vicino alla frontiera del regno di Pannah, ed il 30, ai ruderi della vecchia città di Sangor, non lontano dal luogo in cui il generale sir Hugh Rose diede contro gli insorti una sanguinosa battaglia, che lo rese padrone del colle di Mandapore, la chiave delle gole dei Vindhya.

Là, il nababbo fu raggiunto da suo fratello, accompagnato da Kâlagani, ed entrambi si fecero conoscere ai capi delle principali tribù, di cui erano assolutamente sicuri. In quei conciliaboli furono discussi e stabiliti i preliminari di un’insurrezione generale. Mentre Nana Sahib e Balao Rao avrebbero agito a sud, i loro alleati dovevano manovrare sul versante settentrionale dei Vindhya.

Prima di ritornare nella valle del Nerbudda, i due fratelli vollero visitare anche il regno di Pannah. Si spinsero lungo il Keyne, sotto la volta di tek giganteschi, di bambù colossali, protetti da quelle innumerevoli piante che si moltiplicano, le quali sembrano destinate a invadere tutta quanta l’India. Là furono arruolati numerosi e feroci adepti fra il miserabile personale che sfrutta, per conto del rajah, le ricche miniere di diamanti del territorio. Questo rajah, dice il signor Rousselet, «comprendendo la posizione che fa il dominio inglese ai principi del Bundelkund ha preferito la parte del ricco proprietario a quella di un insignificante principotto». Ricco proprietario, lo è davvero! La regione diamantifera che possiede si stende per una lunghezza di trenta chilometri a nord di Pannah, e il traffico delle sue miniere di diamanti, le più stimate sui mercati di Bénares e di Allahabad, occupa un gran numero di indù. Ma fra questi disgraziati, sottoposti ai lavori più duri e che il



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